Firenze, ottobre 1966. Non fa che piovere. Un bambino scompare nel nulla
e per lui si teme il peggio, forse un delitto atroce. Dopo giorni di indagini
a vuoto, Bordelli individua un piccolo indizio al quale si attacca con tenacia,
un indizio che porta a un appartamento. Bisognerebbe perquisirlo, ma nessun
magistrato emetterà mai un mandato su elementi così vaghi. E
mentre Bordelli prosegue a cercare, chiedere, indagare, accade l'inaspettato:
la notte del 4 novembre l’Arno cresce, si ingrossa, va a lambire gli
archi di Ponte Vecchio, supera gli argini e la città è travolta
dalla furia delle acque. Mentre la città è alle prese con quella
inimmaginabile tragedia, il delitto sembra destinato a rimanere impunito,
ma la tenacia di Bordelli non viene meno… Sarà un altro caso
a riportare il commissario sulla pista giusta: bisogna mettere sotto sorveglianza
quattro sospetti, anche se gli indizi sono sempre labili e intorno a lui si
infittisce la trama di omertà e mistero che circonda tutta la storia.
E quando finalmente il commissario arriva a individuare l'anello debole della
catena nel più giovane dei sospettati, un colpo di scena ribalta di
nuovo la situazione.
MARCO VICHI è nato a Firenze e vive nelle splendide
colline del Chianti.
Scrive su riviste e quotidiani nazionali ed è stato il curatore di
antologie di successo, come Città in nero e Delitti di provincia (Parma,
Guanda, 2007). Nel 1999 ha realizzato per Radio Rai Tre alcune puntate del
programma “Le Cento Lire”, dedicate all’ arte in carcere.
Ha esordito con numerosi racconti pubblicati su svariate riviste italiane.
Il suo primo romanzo è L’inquilino, edito da Guanda, nel 1999
(di questo romanzo Vichi ha scritto una sceneggiatura insieme all’amico
Antonio Leotti). Nel 2002 ha fatto la sua prima apparizione il commissario
Franco Bordelli, protagonista di una serie di polizieschi ambientati nella
Firenze degli Anni sessanta.
Nel 2004 ha vinto il Premio Fedeli con Il nuovo venuto.
Ha anche allestito spettacoli teatrali e curato sceneggiature televisive ,
tenuto laboratori di scrittura in diverse città italiane e presso l’
Università di Firenze
Opere principali
• L'inquilino, Parma, Guanda, 1999
• Donne Donne, Parma, Guanda, 2000
• Il Commissario Bordelli, Parma, Guanda, 2002
• Una brutta faccenda, Parma, Guanda, 2003
• Il nuovo venuto, Parma, Guanda, 2004
• Perché dollari?, Parma, Guanda, 2005
• Il brigante, Parma, Guanda, 2006
• Firenze nera (con Emiliano Gucci), Reggio Emilia, Aliberti editore,
2006
• Nero di luna, Parma, Guanda, 2007
• Bloody Mary (con Leonardo Gori), Milano, Edizioni Ambiente, 2008
• Morte a Firenze, Parma, Guanda, 2009
• Nessuna Pietà Salani editore, 2009
Temi trattati nell’incontro
-Ci siamo lasciati nel 2007 con Emilio Bettazzi, lo scrittore fiorentino protagonista
di NERO DI LUNA, rifugiatosi nelle bellissime colline del Chianti per scrivere
un romanzo, e ci ritroviamo con il Commissario Bordelli nella Firenze del
1966 all’epoca dell’alluvione su cui sovrappone la memoria del
1944, della Resistenza, delle lunghe marce, della guerra.
-Il Commissario Bordelli fa la sua prima apparizione nel 2002: è un
ex partigiano, che guarda disincantato all’Italia che neanche il fascismo
era riuscito a cambiare così profondamente come invece sono riusciti
a fare la DC e la televisione. “E’ valsa la pena morire, sacrificarsi
battersi per questi Italiani, indifferenti, qualunquisti, sostanzialmente
egoisti? (a pag. 144 la risposta a questo interrogativo)
-Il Comm. Bordelli manifesta una grande solidarietà per le prostitute,
i ladruncoli, i ricettatori e i contrabbandieri. Le descrizioni di quartieri
squallidi popolati da queste anime derelitte mostrano una certa vena pasoliniana
dell’autore.
-La vita sentimentale del protagonista è una completa frana, controcorrente
rispetto allo stereotipo dell’investigatore tombeur de femmes: abbandonato
da Elvira, cucciolone con Rosa l’ex prostituta, imbranato con la commessa
Eleonora. …
-Il paesaggio, ancora una volta come nei precedenti romanzi, è descritto
con pennellate poetiche efficaci (vedi a pag. 81). L’alluvione di Firenze
sembra descritta in presa diretta: immagini, odori, colori, rumori;
il linguaggio è interessante per quegli innesti di toscanismi, latinismi
(chiorbone, zanelle)
Numerosi i richiami storici, scientifici, filosofici: si pensa di leggere
un giallo e ci si ritrova a riflettere sulla vita.
-A un certo punto il Comm. Bordelli risolve il caso, ma sembra impotente e
rassegnato a un sistema di potere impenetrabile. Questo mi rimanda a una certa
realtà italiana. Conosciamo nomi , cognomi, di evasori, corruttori,
collusi con la criminalità organizzata, e ce li ritroviamo sugli scranni
più alti del potere…..
In quanto a vena pessimistica, direi che è bella profonda, soprattutto
in questi tempi.
-Motivi di canzonette dell’epoca creano una sorta di colonna sonora
immaginaria. Sembra un romanzo pronto per la riduzione cinematografica o televisiva….
- La storia si svolge nel 1966. Gli strumenti investigativi sono quelli del
tempo. Ho provato a immaginare la storia oggi con i RIS, le intercettazioni,
gli strumenti scientifici sofisticati visti nelle ricostruzioni di delitti
eccellenti, da Cogne, a Garlasco, ecc…
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