Dedicata all'amico Venanzio

Appollaiata su questo sgabello,
saltello sui tasti e ritrovo,
con gioia, un amico.
Ritorna la stretta cucina,
la scala, la stanza là in cima,
vaghe poesie, discussioni sull'arte.
Si parte a scoprire la terra del Campidano,
la mano a rubare conchiglie
e meraviglie sommerse,
disperse fra scogli.
Tu sciogli l'arcano di quattro turisti per caso:
travaso di bile alle mete precluse,
confuse fra sugheri e laghi
e nuraghi tarlati,
celati da folti cespugli di mirto
e la morta miniera,
la ciminiera di sera a salutare gli amici.


Gennaio 2010